Nazionale

Uisp Forlì-Cesena: attività e inclusione al centro

Dal basket in carrozzina all’equitazione per tutti, lo sport come strumento di promozione della salute e dell’inclusione

 

Trovare nella pratica sportiva una fonte di motivazione, di benessere fisico e mentale; lavorare sull'autostima e la fiducia in sé stessi: grazie alla pratica sportiva, le persone con disabilità possono superare i propri limiti e raggiungere obiettivi che sembravano impossibili. L’obiettivo dell’inclusione è proprio quello perseguito dall’associazione Wheelchair basket Forlì Asdc AG23, affiliata Uisp Forlì Cesena, che ha dato vita ad una squadra di basket in carrozzina. A Forlì, fino al 2006, non esisteva nessuna società sportiva che permettesse ai giovani con disabilità  di praticare il gioco del basket e da questo ‘bisogno’ è partita la storia di questa associazione.

“Nel 2007 abbiamo fondato la squadra - racconta Daniele Fabbri, referente delle attività della Wheelchair basket Forlì Asdc AG23 - Siamo partiti dal desiderio di un nostro amico con disabilità di giocare a basket, oggi lui è anche allenatore e noi abbiamo raccolto il bisogno di tanti altri ragazzi che esprimevano questo desiderio di gioco, ma anche di socializzazione, in un contesto tra pari, positivo e sportivo”. L’associazione lavora su sviluppo delle abilità motorie consentite dall’uso di una carrozzina, coordinazione generale, coordinazione oculo-manuale, capacità di anticipazione motoria; realizzazione di un adeguato recupero fisiologico; promozione di nuove dinamiche relazionali. Per leggere l'intervista integrale clicca qui

Tutte le attività sportive possono diventare inclusive, a partire da quelle con gli animali: come fa “Il raggio di sole”, associazione Uisp che si occupa di equitazione per tutti. “Per noi la diversità è una ricchezza che i cavalli sanno cogliere alla grande, ci aiutano e ci facilitano il gioco della relazione, dell' autostima e della crescita”, racconta la referente Erika Ricci

“La mia passione nasce da lontano, da quando ero una bimba, i cavalli hanno fatto sempre parte della mia vita. Poi crescendo la mia passione è diventata un lavoro rivolto soprattutto alle persone con disabilità o disagio. Questa passione ha portato me ed altri amici a concepire la nascita dell’associazione, era il 1998. Abbiamo iniziato con i miei vecchi cavalli ormai in pensione e così sono partite le attività”. Oggi l’associazione organizza corsi di equitazione dai 9 anni in su, gioco pony dai 3 anni, volteggio dai 6 anni in poi, e corsi di acrobatica aerea e giocoleria, attività che prevedono il cavallo come partner.

“Tutti i cavalli che sono al maneggio arrivano da storie diverse - racconta Erika - c'è quello che ha subito un trauma, oppure un circo che chiude. Una volta salvati, i cavalli vengono accolti, curati e nutriti adeguatamente, al fine di garantire loro una pronta ripresa e un recupero della salute completo e poi trovano uno spazio adeguato all'interno dell'associazione e nelle attività”. Per leggere l'intervista integrale clicca qui

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